Critica Maestro Franco Migliaccio

Stralcio della critica del Maestro Franco Migliaccio - marzo 2010
Carmen Dragone opera nell'ambito di una pittura amatoriale che tenta un salto di qualità attraverso un costante approfondimento di temi, contenuti ed esplorazioni linguistiche ancora di natura eterogenea. Il suo impegno si dispiega in molte direzioni alla ricerca di una precisa identità che si sta realizzando nel tempo.
Partita da una sana pittura a carattere figurativo (paesaggi, vedute urbane, scene di genere, nature morte) in cui affioravano le qualità individuali dell'artista (freschezza esecutiva, sensibilità al colore, creazione di particolari atmosfere emozionali d'ascendenza postimpressionista), s'è via via indirizzata verso una decisa evidenziazione materica con la quale l'artista ha saputo dare ai suoi scenari fisicità, concretezza e qualità trasfigurative.
La materia, assoggettata alle necessità della rappresentazione, diventa elemento indispensabile alla stessa. Essa si addensa in pastosità rilevate dal fondo sino a diventare grumo, sostanza concrettiva che si offre ai giochi della luce esterna come avviene per un lavoro plastico, per un bassorilievo stiacciato.
Un tema che sempre più frequentemente ricorre nella produzione più recente di Carmen è quello legato all'introspezione individuale, con la quale l'artista tenta di mettere in luce il territorio oscuro delle proprie soggettive pulsioni. Carmen, quasi abbandonandosi alla sfera onirica o al trasporto di languidi sentimenti, divaga sul tema erotico; e lo fa con ingenuo candore: ogni pesantezza o volgarità sono bandite dal suo vocabolario iconogragfico; le immagini hanno in sé una leggerezza particolare, sino a diventare soffio etereo, come il sogno, appunto, o come il pensiero di cui sono espressione.
Le atmosfere sono ricche di mistero e spesso sconfinano in una dimensione surreale che conferisce alle figure, collocate in uno spazio solo apparentemente reale, un senso di assoluta atemporalità. La pittura non è più svago e diletto ma impegno costante per un'autoriflessione che sicuramente condurrà Carmen verso esiti a lei stessa imprevedibili, dove coscienza e consapevolezza saranno gli elementi di un'ulteriore “liberazione mentale”, così come pretende la stessa natura dell'arte. Quasi una catarsi insomma.

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